lunedì 3 novembre 2014

L'INQUADRATURA, I CAMPI E I PIANI, CAMPO LUNGHISSIMO, CAMPO LUNGO, CAMPO MEDIO

Quando ci si cimenta con la narrazione per immagini bisogna tener conto dell'esistenza di alcune regole e consuetudini che la contraddistinguono.
In primis, l'unità fondamentale che contraddistingue lo storyboard come rappresentazione per immagini di una sceneggiatura, di un testo e più in generale di un'idea è l'inquadratura (shot in inglese).

Può essere utile quindi, introdurre una prima classificazione tra:

- campi: tutte quelle inquadrature dove prevale l'ambiente in cui la storia si sviluppa
- piani: le inquadrature dove vengono messi in evidenza i personaggi, le figure umane, di fantasia, antropomorfe, animali ecc che si muovono negli scenari proposti nel corso della storia.

 Questa prima distinzione tra campi e piani ci porta direttamente ad una delle regole fondamentali che contaddistinguono la narrazioni per immagini che consiste nel ricordarsi sempre del fruitore della narrazione per immagini, allo scopo di catturare la sua attenzione e coinvolgimento.


Entrando più nel dettaglio circa il kit di inquadrature, abbiamo:

- Campo lunghissimo (C.L.L.): lo spazio delimitato è molto ampio. Spesso all'inizio di una scena si utilizza un C.L.L. per  mostrare l'ambiente dove si svilupperà la vicenda, allo scopo di rispondere alla domanda: "Dove siamo?". Con lo stesso obiettivo si può utilizzare un campo lungo, con la differenza che nel campo lungo, tipicamente, si inserisce un elemento narrativo.

- Campo lungo (C.L.): è un'inquadratura che, all'interno di uno spazio, preferibilmente all'aperto, canalizza l'attenzione su ciò che sta accadendo. Questo perché, spesso, è funzionale all'esplicitazione del rapporto tra i personaggi e tra i personaggi stessi e l'ambiente dove sono collocati. Con un campo lungo si trasmettono al fruitore le coordinate spaziali dell'azione, in modo che queste restino impresse nella memoria visiva nelle inquadrature successive.

 
C.L.L. tratto da The Birds di Alfred Hitchcock




Nella serie televisiva True detective, spesso troviamo campi lunghissimi, questo per l'importanza allegorica conferita dagli autori alla Lousiana, l'ambiente dove la storia si sviluppa




Nelle storie ambientate nel vecchio West, è facile trovare campi lunghissimi e campi lunghi, questi C.L. sono tratti da Blueberry di Jean Giraud
C.L. tratto dalla serie True Detective: lo scenario del delitto






C.L. tratto da TOPOLINO disegnatore Roberto Vian



- Campo medio (C.M.): è un'inquadratura dove sono sempre inclusi i personaggi e gli oggetti coinvolti nell'azione. Nel C.M. si mette in evidenza il luogo dove l'azione si svilupperà ma soprattutto l'attenzione è focalizzata sull'interazione tra i personaggi.
Nel C.M. siamo quindi abbastanza vicini alle figure che sono ben riconoscibili ma non così tanto da poter cogliere le sfumature della recitazione. Un buon riferimento può essere il fatto che le figure e gli oggetti che si trovano nell'inquadratura, occupano circa un terzo o la metà dell'altezza del fotogramma.
Il C.M. viene spesso utilizzato come inquadratura di base (establishing shot) per una sequenza in quanto si possono mettere in evidenza i riferimenti per lo sviluppo del racconto per immagini, quando il campo medio assolve a questa funzione viene definito "Totale".





 Una differenza tra il C.L.L. e il C.L. è che nel C.L. si introduce un elemento narrativo,
    nel caso di questa vignetta di Blueberry, la diligenza che giunge al forte.







C.M. tratto da Blacksad - Somewhere within the shadows


C.M. tratto da Blueberry
C.M. tratto da Verde matematico di Andrea Pazienza








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