Nel prossimo post inizierò ad affrontare lo storyboard. Storyboard è un termine inglese che può essere tradotto con "tavola del racconto".
Lo storyboard è uno strumento fondamentale dell'arte sequenziale poiché è la rappresentazione per immagini di un'idea.
Credo che in un tempo in cui ogni cosa sembra farsi racconto ogni "racconta storie" debba mettere bene a fuoco la sua missione cercando la quadratura del cerchio tra la sua ossessione di raccontare e la consapevolezza nel fatto che le storie siano indispensabili per cogliere la realtà.
Oggi il fiume delle storie ha inondato la comunicazione a 360 gradi e le storie arrivano direttamente alle persone, oggi è più facilmente percepibile il fatto che se una storia viene raccontata con costanza, diviene funzionale alla creazione di una visione del mondo condivisa (basti pensare, nell'ambito della politica economica, ai vari mantra a supporto delle politiche di austerity e flessibilizzazione del lavoro). D'altro canto, le stesse storie diventano efficaci proprio perché oltre al fatto di rivolgersi alla ragione, connettono emozioni e visioni del mondo, fatti e
sentimenti dando vita ad un incantesimo potente, ma mai totale.
Il potere magico di una storia risulta ridimensionato laddove molti bambini possono credere contemporaneamente che Babbo Natale porti i regali a tutti ma che questi siano stati acquistati dai loro genitori e parenti, laddove il Re voglia far credere al popolo di essere il figlio del Sole ma il popolo lo sbeffeggi e racconti altri miti, laddove il titolare di un Hedge Fund affermi di speculare sul valore di immobili di pregio a solo scopo cautelativo dei creditori chiamando in causa la figura del legislatore a fronte dell'incongruenza ed insostenibilità dello scenario in cui opera messogli dinnanzi da un giornalista, laddove lo "scienziato" a capo del Governo, per rimediare ad una situazione di crisi economica inasprisce l'utilizzo degli stessi strumenti che hanno generato ed acuito la situazione avvalendosi di studi accademici a sostegno della sua azione, peggiorando di fatto la situazione, dove l'unico scenario è quello che vede l'aumento o la diminuzione della velocità che conduce al baratro dell'insostenibilità.
Nel libro New Italian Epic (Letteratura, sguardo obliquo, ritorno al futuro), in un passo del saggio conclusivo "La salvezza di Euridice", Wu Ming 2 affronta l'importanza delle storie e la missione dei "canta storie" attraverso la seguente allegoria:
"L’immaginario è una palude, un
universo anfibio. Chiamiamo realtà l’affiorare di un’isola. Dove
alcuni vedono un lago, altri passano con l’acqua alla caviglia. Dove
alcuni vedono terra, altri affondano nel fango. Le storie sono pietre di
fiume. Anche le più solide sono fatte di sabbia, e se le metti nel
fuoco scoppiano come bombe, perché hanno dentro l’umidità. Si possono
lanciare come armi o come attrezzi da giocoliere. Ci si può costruire un
rifugio o una diga. Si possono buttare nell’acqua per vedere gli
spruzzi o per far emergere un guado. A noi la scelta, purché teniamo
conto che c’è una comunità di persone che deve muoversi nella palude, e
noi ne facciamo parte. In certi momenti, sarà bello sollevare gli animi
di qualcuno, facendo il saltimbanco con una pietra sulla testa. Ma il
problema di attraversare il pantano resterà irrisolto."
Sempre nello stesso saggio Wu Ming 2 pur condividendo la tesi dello scrittore francese Christian Salmon "la palude è squassata dai
bombardamenti e l’uso che faremo delle nostre pietre non può che tenerne
conto. Bisogna resistere alla violenza simbolica del potere", critica "l’abbozzo di strategia che egli prende in prestito dall’ultimo manifesto artistico di Lars von Trier":
"La parte di mondo che cerchiamo non può essere circoscritta da una
«storia», o avvicinata seguendo «un’angolazione ». Storia, argomento,
rivelazione e sensazione ci hanno sottratto questo soggetto: il resto
del mondo, che non è facile da trasmettere, ma senza il quale ci è
impossibile vivere. Il nemico è la storia. La sfida del futuro è vedere
senza guardare: sfuocare!"
lo stesso Wu Ming 2 conclude affermando:
"Questa lode dell’ineffabile non è altro che una ritirata venduta per
contrattacco. Poiché l’immaginario è un pantano, e molte mappe a
disposizione sono contraffatte, meglio rinunciare a qualunque percorso e
farsi guidare dall’istinto, dal sesto senso, dalla mano di Dio.
Salmon sogna una contronarrazione, capace di inceppare la macchina per
fabbricare storie. La proposta ha un vago sapore luddista: qualcun altro
ci ha insegnato che il controllo della macchina è molto meglio della
sua distruzione. Occorre imparare a usarla, dare e prendere lezioni di
guida. Studiarne insieme la manutenzione, averne cura.
Se una contronarrazione esiste, non sarà un sasso nell’ingranaggio. Non
sarà una smentita infilata nelle storie altrui, con l’unico effetto di
raccontarle di nuovo. La macchina mitologica ci aiuterà a costruirla, e
le pietre di fiume saranno la materia prima. L’unica alternativa per non
subire una storia è raccontare mille storie alternative."
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